20/12/11

Forminchioni

Se fossi lombardo mi vergognerei (ma non posso esimermi da vergognarmi come italiano), ma come può essere 4 (QUATTRO?!) volte presidente della regione questo qui:




AV


I lati opposti di una sfera

"Il  Segretario del Partito Marco Rizzo e il Responsabile esteri Alfonso Galdi , hanno  espresso dolore e presentato le proprie condoglianze al popolo nordcoreano per la morte di Kim Jong-il,  guida della causa rivoluzionaria dell’ideologia Juche e del Partito, dell’esercito e del popolo della Repubblica Democratica Popolare di Corea."
 In questo modo il sito dei Comunisti sinsitra popolare ha salutato ieri la notizia della morte di Kim-Jong-il, dittatore da 17 anni in Corea del Nord, succeduto al padre Kim-Il-sung a sua volta dittatore dal 1948 (da domani ci sarà un altro dittatore, kim-jong-um o qualcosa di simile, che non c'è 2 senza 3). In Corea del Nord la libertà non esiste da oltre 100 anni, dal momento, cioè, in cui è divenuta protettorato giapponese nel 1905. Non che prima ce ne fosse stata in gran quantità, passando dalla sfera d'influenza russa a quella cinese. Nel 1945, infine, la Corea si liberò dall'invasore giapponese ma si divise nelle due Coree che conosciamo attualmente, quella del Sud (ormai economia emergente) e quella del Nord, tra i paesi più poveri al mondo. Difatti, la dittatura comunista, ha portato ad una totale chiusura della Corea del Nord nei confronti del resto del mondo, accentuatasi col progressivo venire meno dei regimi comunisti in giro per il globo. A questo si aggiungano le violenze che il popolo ha dovuto, e tuttora deve subire, per sottostare alle rigide regole previste dalla dittatura.
Ora, ognuno ha il diritto di esprimersi come vuole, ovviamente. Solo io mi chiedo se questi comunisti sinistra popolare, che giustamente criticano il fascismo per tutte le violenze che automaticamente porta con sé, abbiano una pallida idea di ciò che è successo in Corea del Nord negli ultimi 60 anni. Se non ce l'hanno, che si aggiornino con qualche buona lettura; se ce l'hanno, che si rendano conto del confine assolutamente labile e a tratti evanescente che li separa dai gruppi neofascisti o neonazisti di cui tanto si sente parlare in questo periodo.


AV

01/12/11

Vecchi o stupidi?

Ho letto un articolo molto interessante su LaVoce.info nel quale si parla della possibilità di introdurre una ponderazione del voto inversamente proporzionale all'età (il voto dei più giovani avrebbe un peso superiore rispetto a quello degli anziani), in modo da risolvere il problema relativo all'invecchiamento della popolazione italiana e la conseguente miopia che ne deriva. Difatti si argomenta parlando del fatto che un voto espresso da una persona più anziana favorisca idee politiche aventi impatto solamente in un prossimo futuro senza preoccuparsi del lungo periodo. A mio parere l'opinabilità di questo discorso si basa sopratutto su una questione, ovvero il fatto che molti anziani non siano così egoisti come si crede, ma che invece, tantopiù verso il termine della propria vita, vogliano lasciare qualcosa di positivo alle future generazioni.
Una ponderazione che invece ritengo più interessante, potrebbe essere quella relativa alla conoscenza o meno della materia politica e istituzionale sulla quale ci si esprime durante le tornate elettorali. La domanda che in sostanza mi pongo è la seguente: è giusto che il voto di una persona che si interessa di politica, si informa e approfondisce le questioni più importanti relative alla crescita del paese valga esattamente quanto quello di un qualsiasi ultras dell'Inter (senza nessun rispetto per quest'ultima) razzista e xenofobo solo per sentito dire, che non saprebbe rispondere a chi gli chieda il nome dell'attuale Presidente della Repubblica?


AV