25/08/11

E lo chiamano sciopero

Alla fine non si giocherà. La prima giornata di serie A è ormai quasi certamente slittata, dopo che la riunione di oggi, con risolutivo intervento del "sempreverde" Abete, è andata a finire con un buco nell'acqua. Quindi sabato e domenica niente calcio. Per settimane si è parlato di questo sciopero dei calciatori e fino a ieri tutta l'Italia si è indignata poichè, nella condizione economica in cui versa il nostro paese, sembrava quantomeno anacronistico che dei milionari, il cui lavoro è per definizione un gioco, decidessero di scioperare. Tutta l'Italia, dicevo, fino a ieri era indignata. Ma solo fino ad ieri poichè, proprio ieri, è uscito un articolo su Repubblica di tal Fabrizio Bocca, in cui  il giornalista spiega, con tanto di elenco numerato, le ragioni per cui sarebbe "nazional popolare" chiamare sciopero lo slittamento della prima giornata di serie A. Ma io chiedo al giornalista: ma secondo lei, se io lavoro dal lunedì al venerdì per 45 ore senza che mi venga pagato alcuno straordinario, avrò il diritto di incazzarmi e chiamare SCIOPERO questa situazione, avendo aspettato questo weekend da tre mesi(dopo aver dovuto guardare amichevoli contro squadre sconosciute dell'America Centrale alle quattro di mattina e Udinese-Arsenal come fosse Italia-Germania) per poter guardare una partita seduto sulla poltrona, colla panza di fuori ed una birra in mano nella più nazionalpopolare delle italiche figure? Ecchèccazzo.

AV

Nessun commento:

Posta un commento