07/09/11

Molto rumore per nulla

Si potrebbe intitolare così l'opera compiuto in questi mesi dal nostro governo in merito alla manovra finanziaria correttiva. In comune con l'opera scritta da Shakespeare ha innanzitutto i toni di una vera tragicommedia, dove la tragedia è l'andamento e la credibilità dell'economia italiana, mentre la commedia è data dalle decisioni altalenanti e talvolta farsesche prese da chi ci governa. Altro punto in comune sta appunto nell'esagerazione dei tanti proclami sui tagli della politica, lotta agli sprechi e togliere ai ricchi per dare ai poveri, finiti (sembra) in un aumento dell'Iva di un punto percentuale e in un minicontributo del 3% sui redditi superiori ai 300.000 euro. In tal modo, l'aliquota standard Iva (unica toccata dalla norma, almeno per ora) sale al 21% e così il contributo di solidarietà lo forniranno un pò tutti (basta che ti si rompa il televisore o che tu voglia bere a cena un bicchiere di vino). Il vero contributo di solidarietà, quello che avrebbero dovuto pagare tutti coloro che hanno redditi alti, lo pagano invece solo le 34000 persone che dichiarano (non guadagnano, concetti da tenere ben separati) più di 300.000 euro, con un'aliquota del 3% sullo sforamento da tale tetto. Ciò significa che, chi dichiara 320.000 euro, pagherà 600 euro di contributo.
A chi andrà meglio? Agli astemi che guadagnano 301.000 euro ma ne dichiarano 299.000 a cui non si romperà il televisore.


AV

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