15/09/11

Povera patria

La crisi di debito che sta coinvolgendo l'Unione Europea non accenna a placarsi. Lo conferma innanzitutto la volatilità degli indici di borsa, che fanno segnare oggi un picco e domani un baratro. Tra gli  Stati con i maggiori problemi spicca, ovviamente, l'Italia in quanto Paese fondatore della Comunità Europea, con un debito pubblico secondo solo a quello greco. La risposta del governo italiano, tramite la manovra in questi giorni al vaglio del Parlamento, appare tardiva, miope e iniqua.
Tardiva dal momento che, dopo la crisi finanziaria del 2008 che ha mostrato i suoi effetti sull'economia reale durante il 2009, si è avuto l'intero 2010 per pianificare misure di rientro atte a ridurre un deficit cresciuto per fare ripartire il Paese. Ma durante il 2010 in Italia si era troppo occupati dalle vicende personali di Berlusconi e delle sue escort per poter pensare a qualcosa di serio.
Miope in quanto non guarda al dopodomani, dal momento che, se anche si riuscisse ad uscire da questa crisi senza fallire, le ripercussioni per la crescita sarebbero enormi. L'aumento Iva provocherà una diminuzione della domanda che si ripercuoterà su una contrazione nella produzione e, probabilmente, in un'ulteriore flessione dell'occupazione. Difatti le stime di Confindustria per il 2012 prevedono una crescita del Pil attorno allo 0,2%.
Iniqua dal momento che l'introduzione dell'Iva graverà su tutti i contribuenti, che il contributo di solidarietà è stato ridotto a lumicino e che i tanto sbandierati tagli alla politica (dall'abolizione delle province alla diminuzione dello stipendio dei parlamentari) sono stati rimandati a data da destinarsi, come nella migliore tradizione italiana.



AV

2 commenti:

  1. Bel post! mi complimento! devo dire che è perfettamente in linea con le mie idee, gusti, interessi e linea del mio stesso blog !

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